Decreto energia: il punto sulla gas release e sulle aziende energivore regionali

Nel corso della scorsa settimana il Consiglio dei Ministri ha riaperto il “Decreto Energia”. Una serie di provvedimenti normativi ed atti di programmazione tesi a riformare il mercato dell’energia e le norme che lo regolano.

Tra questi ricordiamo il definitivo superamento del cosiddetto “mercato tutelato” a tariffe condizionate dall’autority che obbligherà gli utenti con questo tipo di contratti a passare al mercato libero. Una decisione che se non sarà accompagnata da opportuni strumenti di accompagnamento rischia di pesare ulteriormente sui bilanci di famiglie e piccole imprese. Altrettanto  importante per il nostro sindacato è la rinnovata disponibilità di attivare lo strumento delle “Gas Release” cioè il meccanismo per il quale quota parte della produzione nazionale, anche aggiuntiva, di gas naturale può essere riservata, o per meglio dire rilasciata, alle aziende energivore a prezzi concordati tali da garantire i costi di estrazione ma pure un limite al prezzo finale indipendente dalle oscillazioni del mercato globale delle materie prime. Tutte le aziende italiane da alcuni anni stanno soffrendo pesantemente i rincari delle fonti energetiche e vedono compromessa la loro capacità di competere nei mercati internazionali. Nella nostra regione questa sofferenza si sta purtroppo concretizzando con la fermata di impianti e forni nel settore della ceramica. Anche nella filiera dei fertilizzanti azotati si hanno stop di produzione e comunque un calo delle attività. Queste fabbriche usano quantità enormi di gas naturali soprattutto per la cottura delle piastrelle ceramiche. Il gas naturale resta una materia prima fondamentale in questi cicli e al momento non è sostituibile tecnicamente con altre soluzioni. Le aziende sono pienamente consapevoli che dobbiamo affrontare il passaggio all’utilizzo di fonti rinnovabili ma gli investimenti sono ingenti e richiedono tempo e risorse per essere realizzati. La ricerca e sviluppo per sostituire il gas naturale con l’idrogeno è partita ma ci sono ancora limiti tecnologici e logistici come la disponibilità di “idrogeno verde” realmente prodotto a sua volta in modo sostenibile e realmente da origini rinnovabili. Gli investimenti poi sono ingenti e possono essere realizzati solo in un’ottica di sostenibilità anche sociale. Queste filiere, non lo dobbiamo ricordare noi, sono importantissime per il sistema economico emiliano-romagnolo. Nel settore ceramico molte imprese dovranno ricorrere agli ammortizzatori sociali per gestire le fermate.

La Gas Release, se finalmente adottata ed attivata con i necessari Decreti Interministeriali attuativi, potrebbe diventare un reale sostegno alla competitività del settore ceramico che si deve confrontare con una concorrenza agguerrita e spesso esercitata da soggetti poco performanti sul fronte dell’impatto ambientale. Allo stesso modo gli impianti di fertilizzanti azotati collocati nella nostra regione nei poli chimici di Ferrara e Ravenna potrebbero evitare gli attuali rallentamenti e affrontare con maggiore tranquillità gli investimenti per la de-carbonizzazione.

Come Uiltec abbiamo sostenuto gli scioperi indetti dalle confederazioni di CGIL e UIL anche per il rilancio delle politiche industriali. Le politiche energetiche sono un pezzo delle politiche industriali. Rispetto alla definitiva messa a terra della Gas Release saremo pertanto vigili ed attenti nel sollecitare che questo provvedimento di programmazione economica venga finalmente reso operativo. Le imprese di questi settori non potranno reggere all’infinito questa situazione. Senza certezze sull’andamento dei prezzi dell’energia sarà sempre più complicato programmare anche gli investimenti per la sostenibilità e la de-carbonizzazione dei processi industriali. Noi non ci stiamo!

Le parole del Segretario Generale Uiltec Uil Emilia Romagna Vittorio Caleffi

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