Rafforzare il controllo per monitorare la diffusione del virus: la richiesta degli RLS e RSU delle aziende del Polo chimico

Da nove mesi siamo quotidianamente a fare i conti con il Covid 19. Nei primi sette non sono emersi sostanzialmente casi all’ interno del sito del Polo Chimico.

Con la crescita della pandemia, con la disponibilità e l’utilizzo di maggiori controlli nella comunità invece sono emersi diverse positività: ad oggi non si registrano casi particolarmente gravi ma è evidente che se si incrementa il tentativo di individuare chi si è contagiato ma non ha sintomi, i casi sono destinati ad aumentare, se non altro per analogia con l’ambiente esterno.

Le azioni previste dai Protocolli Condivisi realizzati in questi mesi, continuamente aggiornati all’evoluzione della pandemia in relazione alle condizioni di lavoro, costituiscono lo strumento base con cui aziende e rappresentanze sindacali intendono contrastare la diffusione del virus nell’ambito lavorativo.
Con l’incremento delle positività registrati nei mesi di ottobre e novembre, ci siamo posti il problema di individuare con tempestività i lavoratori che hanno lavorato con casi positivi o che sono diventati “contatti stretti”.

Pur con approcci diversi, in tutte le società insediate si stanno realizzando interventi -con l’utilizzo del test antigenico rapido – per “certificare” lo stato di positività/negatività dei componenti il gruppo di lavoro dove emergesse un positivo o un contatto stretto.

Le RSU e le RLS dello stabilimento Petrolchimico di Ferrara ritengono opportuno estendere e generalizzare l’azione preventiva, attualmente svolta dal presidio sanitario permanente (gestito da Ifm).

Nello specifico riteniamo necessario che vengano programmate attività periodiche di screening su tutta la popolazione lavorativa del sito, per individuare eventuali casi positivi e asintomatici. Inoltre chiediamo che in presenza di un caso positivo, venga immediatamente effettuato il test rapido a tutti i componenti dello stesso gruppo/squadra di lavoro e che la stessa procedura venga eseguita su gruppi specifici di lavoratori (di rientro da missioni all’estero, dallo smart working o coinvolti in modifiche organizzative del lavoro).

Crediamo sarebbe opportuno procedere all’adozione comune di modalità operative per le finalità sopracitate da parte di tutte le società presenti nello stabilimento, sia chimiche che operanti in appalto, affinché le buone pratiche non siano vanificate da atteggiamenti sbagliati di chi si ritenesse al di sopra dei rischi. Per fare questo serve la disponibilità di tutte le aziende nel determinare un’azione che, mentre sostiene gli sforzi per contrastare la diffusione dentro le mura della fabbrica, per l’entità dei lavoratori presenti risulterebbe anche utile ad accompagnare – pur su un piano diverso – l’azione degli enti di Sanità pubblica.

Per questo motivo ci siamo rivolti, attraverso una richiesta fatta dalle segreterie confederali Cgil Cisl e Uil Ferrara, al presidente del CTSS Ferrara (Alan Fabbri) affinché venga favorita la possibilità di utilizzare in maniera massiva il Presidio sanitario Ifm per il perdurare della pandemia a garanzia del contrasto all’insorgenza di possibili focolai nella più grande Fabbrica del comune. Con l’evidente obiettivo di allargare l’invito a tutte le autorità sanitarie locali, chiedendo quindi di riunire assieme e con urgenza le parti interessate: le aziende presenti nello stabilimento, tutte quante, non solo quelle chimiche, il Consorzio Intersocietario IFM, i delegati e le organizzazioni sindacali affinché si possano garantire in prestezza le migliori condizioni di sicurezza per tutta la comunità del sito.


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