Vaccinazioni in azienda: arrivano le prime informazioni e le prime linee guida da seguire

Le aziende emiliane si preparano a diventare Punti vaccinali territoriali straordinari (Pvts) per immunizzare lavoratori e familiari, secondo le precise regole stabilite dalla Regione. Adesso, dopo la pubblicazione della circolare regionale, possono “alzare la mano” le aziende che vogliono aderire alla sperimentazione in partenza a inizio giugno. L’organizzazione richiesta è imponente. Team vaccinali con un medico, 4 infermieri e un addetto amministrativo potranno eseguire 300 vaccinazioni in un turno di 6 ore, prevedendo 7- 10 minuti per ogni iniezione. Cinquanta vaccini all’ora per mettere al sicuro le persone che lavorano e da oltre un anno ormai convivono con precauzioni, tamponi e quarantene.

Il personale per questa importante operazione è a carico dell’azienda, i vaccini invece li fornisce l’Ausl, ma si specifica che “le dosi saranno consegnate solo in numero tale da non creare rimanenze non utilizzate”. Nel punto vaccinale possono essere immunizzati anche dipendenti di sedi distaccate dell’azienda, collocate in territori diversi.

Cinquecento vaccini al giorno ciascuna

Alle aziende coinvolte vengono richiesti cinquecento vaccini al giorno in ogni centro, che possono scendere a 300 in casi particolari dettati dalla conformazione geografica (ad esempio per le aziende dell’Appennino) oppure dalla densità di popolazione lavorativa. La priorità andrà alle aziende che possono fare più vaccini, a quelle che aprono le porte anche alle altre realtà del territorio e ai comparti produttivi più ” esposti” al virus, cioè quelli in cui si sono registrati più cluster aziendali. Si tratta delle industrie per la lavorazione delle carni e alimentari, delle imprese dei trasporti e della logistica, delle aziende metalmeccaniche e delle realtà del commercio e della grande distribuzione. Vaccini, l’Emilia-Romagna parte con la fascia 40-49 anni: da lunedì 17 maggio prenotazioni online

I requisiti necessari: parcheggio e tre aree

I punti vaccinali, anche se organizzati dai privati, dovranno avere caratteristiche specifiche “vagliate” dal pubblico, che l’Ausl potrà verificare. Servirà prima di tutto un parcheggio vicino o una posizione servita da trasporto pubblico. Ogni punto vaccinale sarà diviso in 3 aree, con entrata e uscita separate. L’area per l’accettazione e il controllo della temperatura, con l’ingresso degli utenti che avviene circa in 5 minuti, con misurazione della temperatura, igienizzazione delle mani e controllo delle liste delle prenotazioni.

Al centro c’è l’area della vaccinazione vera e propria, che comprende l’anamnesi del paziente, cioè il controllo dello stato di salute che viene fatto dal medico aziendale, la preparazione del vaccino da fare in un’area separata, di solito eseguita da un infermiere e la puntura vera e propria. Anche qui è previsto che ogni “vaccinando” rimanga circa 5 minuti. Poi serve un’area per l’osservazione dopo la puntura, per un tempo di solito quantificato in 15 minuti, con sedute distanziate e uno spazio di 4 metri quadri a persona a disposizione.

Registrazione immediata

Qui verrà anche allestita l’area di registrazione, un atto amministrativo fondamentale visto che il vaccino servirà anche per viaggiare o ottenere il green pass. Il vaccino, anche se fatto in azienda, viene infatti registrato nello stesso sistema informatico usato dalle Ausl, il sistema Sole. In questo modo, ognuno avrà il suo certificato vaccinale direttamente nel Fascicolo sanitario elettronico o stampato sul posto, come se facesse la puntura in qualsiasi ospedale o hub vaccinale. È molto importante che la registrazione “avvenga in concomitanza dell’attività vaccinale” , perché il monitoraggio che segna l’andamento della campagna è praticamente “in tempo reale”, sui siti della Regione e del Ministero.

Il punto vaccinale può anche trovarsi all’esterno dell’azienda, in strtture ad hoc, ma ci sono anche qui requisiti da seguire. Oltre ad essere facilmente raggiungibile, l’ambulatorio deve avere davanti una “zona-filtro” per l’utenza per il controllo della temperatura. Deve avere la possibilità di contenere molte persone, garantendo distanziamento fisico e avere una procedura da attuare in caso di emergenza. Serve anche la possibilità di prevedere lo stoccaggio e la gestione dei vaccini, nel mantenimento della catena del freddo, particolarmente importante per vaccini come Pfizer.

A tutte questi requisiti si aggiunge la sanificazione degli ambienti ma anche degli oggetti e degli strumenti utilizzati, dalle sedie per l’attesa alle biro per compilare i moduli necessari.

Reclutamento alla vaccinazione

Ogni azienda che aderisce organizza il “reclutamento alla vaccinazione “: il medico competente raccoglie le adesioni dei lavoratori che intendono vaccinarsi, nel rispetto della privacy. Ci sono quindi 4 possibilità per gli imprenditori: allestire un punto vaccinale presso la propria struttura aziendale, aderire a un punto vaccinale allestito in un’altra azienda oppure promosso da un’associazione di categoria, oppure ancora “appoggiarsi” a strutture sanitarie private. Un mese fa, erano state 700 le aziende che avevano dato la disponibilità in regione, adesso che si entra nel vivo gli impegni diventeranno più stringenti.

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