Yara, per la ripartenza degli impianti serve il gas dell’Alto Adriatico

E’ una delle proposte emerse dal coordinamento Yara Uiltec Uil dell’Emilia-Romagna, che chiede anche di completare gli investimeni previsti a Ferrara e Ravenna e di ragionare in prospettiva su idrogeno Blu e idrogeno verde

Completare il ciclo di investimenti e orientare paret della produzione di gas dell’Alto Adriatico per favorire un contenimento dei prezzi. Sono solo due delle proposte scaturite dal coordinamento degli iscritti Uiltec Uil di Yara degli stabilimenti di Ferrara e Ravenna.

Proposte mirate a favorire la ripartenza dell’impianto ferrarese dell’ammoniaca e urea, che condiziona di fatto anche le attività ravennati, e garantire quindi la continuità della produzione ora messa in crisi dall’emergenza energetica e dagli alti costi del gas naturale. Yara nel territorio emilianoromagnolo ha due siti produttivi fortemente integrati anche attraverso una pipe-line per il trasporto dell’ammoniaca, prodotto base per la fabbricazione di urea, acido nitrico, nitrati e Npk. Non meno importanti sono le produzioni conto terzi di CO2 per uso alimentare e l’additivo Ad-Blue per i motori diesel di ultima generazione.

La discussione avvenuta nel corso del coordinamento Yara Uiltec Uil dell’Emilia Romagna ha immediatamente messo in luce l’importanza di queste produzioni fondamentali e indispensabili per garantire la continuità della produzione delle bibite gasate e la circolazione dei veicoli con le motorizzazioni più evolute dal punto di vista ambientale. Rimarcato inoltre il ruolo imprescindibile di Yara nel fornire fertilizzanti a tutto il sistema agricolo italiano e in particolare della valle padana. Gli aumenti vertiginosi delle derrate alimentari sono figli anche degli alti costi per fertilizzare i terreni così che alcuni coltivatori hanno addirittura deciso di lasciare incolti molti campi, oppure scelto coltivazioni alternative.

Le proposte che il coordinamento ritiene utili a costruire le condizioni per riprendere le attività al 100% dei due siti con uno sguardo anche al futuro e allo sviluppo tecnologico sono diverse, a partire dal proseguimento dell’integrazione fra i due siti e dallo sfruttamento delle opportunità della banchina portuale di Ravenna, per la quale diventa fondamentale realizzare l’aumento della profondità a 11 metri dei fondali. Il sindacato pensa inoltre che parte della produzione del gas nell’Alto Adriatico, o gli stessi possibili incrementi, possano essere orientati e riservati alle aziende energivore, così da favorire per Yara una stabilizzazione e contenimento dei prezzi di mercato del gas naturale.

Per il coordinamento Yara di Uiltec, inoltre, serve completare nei tempi previsti il ciclo di investimenti per gli impianti di Ferrara e Ravenna e iniziare da subito a ragionare delle opportunità fornite dallo sviluppo delle tecnologie per la produzione di idrogeno Blu (cattura e sequestro della CO2 ) e in prospettiva dell’idrogeno verde (produzione di idrogeno da idrolisi utilizzando tecnologie rinnovabili in cui l’italiana Marie Tecnimont eccelle).

(Da https://www.estense.com/?p=990320#.Y1zMNA54_RQ.whatsapp)

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